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lunedì 23 aprile 2018

Campionato di Promozione : Agganciati i Play-Off



              (Per scaramanzia non abbiamo ancora fatto una foto recente con gli ultimi innesti)

Sembra incredibile ma ce l’abbiamo fatta. Al nostro esordio nel campionato di promozione siamo riusciti ad agganciare i play off.
E’ stata l’annata più dura della mia carriera sportiva ( 38 anni…sic).  Mai come quest’anno mi sono chiesto chi me lo faceva fare di dedicare tutte le mie forze ed energie del mio tempo libero per un gruppo di ragazzi ai quali sembrava non interessargliene niente del basket. Siamo partiti in 18 ad affrontare questa stagione e nonostante ciò in palestra agli allenamenti eravamo raramente in più di 8, massimo 9. Le volte in cui siamo stati in 10 saranno state si e no 5 in un anno ( per altro grazie al contributo inaspettato di Gabriel, un brasiliano di passaggio, Jacopo,  un under 15 troppo giovane per poter giocare con noi, e ultimamente, Ricky una vecchia gloria del basket bergamasco ma ormai 50enne…). Impossibile pensare di fare le cose in modo serio così. Ogni volta ognuno una scusa diversa, sempre per altro credibile. Sta di fatto che l’unico extraterrestre del gruppo  sono stato io che non ho mai saltato un allenamento: mai ammalato mai un impegno.  Non sapevo di essere Superman.
Le uniche  cose che mi hanno fatto resistere a  non smettere sono stati quell’innato senso del  dovere inculcatomi sin da bambino che, se ci si prende un impegno bisogna portarlo fino in fondo, e quel convincimento che ripetevo ogni giorno come un mantra :“ si giudica il concerto solo quando è finita la musica”….e la musica non è ancora finita.
A dire il vero, durante l’anno, ci sono state delle iniezioni di energia che mi hanno fatto capire che non ero solo in questa battaglia e che il Buon Dio non mi aveva abbandonato.
L’esempio  del nostro capitano Andrea Minò è stato uno di questi. La sua serietà, maturità e voglia di non arrendersi nonostante tutto sono stati davvero encomiabili. Per tutto l’anno ha combattuto con il suo tendine malato che a fine allenamento diventava gonfio come un melone senza mai lamentarsi o arrendersi. Alle 23,00, al termine dell’allenamento, se ne tornava a casa e si metteva il ghiaccio per un’ oretta prima di addormentarsi, per alzarsi poi alle 6,00  tutte le mattine e andare a lavorare, non in un ufficio seduto comodo su una sedia ma in piedi tutto il giorno. E una volta tornato a casa stanco morto ecco che si metteva sui libri per portarsi a casa quella laurea che tanto tenacemente e caparbiamente si sta conquistando. Grazie Andrea, senza la tua presenza, determinazione, serietà ed esempio che ci hai sempre dato non saremmo giunti fino a qua.
Un'altra iniezione di energia è stato sicuramente Ema. Per oltre metà campionato si è allenato in condizioni quasi impossibili a causa dei suoi turni di lavoro: a settimane alterne finiva di lavorare alle 22,00 e nonostante ciò si presentava in palestra alle 22,30 per fare l’ultima mezz’ora di allenamento. La settimana  invece in cui si allenava regolarmente, quella buona per intenderci, era reduce da una sveglia mattutina alle 5 per poi coricarsi ben dopo la mezzanotte di ritorno dall’allenamento. Nonostante ciò pochissime sono state le sue assenze durante l’anno. La sua voglia di fare bene hanno risvegliato in lui, allenamento dopo allenamento,  il suo vecchio talento che sembrava ormai sopito, facendo letteralmente innamorare tutti i suoi compagni di squadra del suo tiro da tre punti. Quando finalmente un giorno mi disse che un suo collega aveva lasciato e che si era liberato un posto per fare giornata anziché i turni ho sentito ancora una volta che non ero solo e che da lassù qualcuno ci ama. Da quel giorno le prestazioni di Ema sono state un continuo crescendo, e con quelle, anche i nostri successi in campo.
E che dire di Matias, Gerard, Foresti… L’impegno profuso, la serietà e l’amore per il basket mostrato sembrano quelli di un ragazzo d’altri tempi e meritano da tutti la più grande stima e rispetto. Mattias si è allenato per tutto l’anno 3 volte la settimana con la squadra dell’XXL e nonostante ciò almeno una volta la settimana si è sempre allenato con noi e ogni volta che non vi erano sovrapposizioni di partite è venuto a giocare con noi. Anche per lui la sua giornata quotidiana non era certo facile. Come tutti gli studenti universitari frequenta le lezioni e studia il pomeriggio per poi andare ad allenarsi, ma a differenza di  tutti gli altri, ogni santa sera della settimana ( sabato e domenica compresi) per pagarsi gli studi veniva a pulire la palestra  facendolo sempre con il massimo impegno e serietà. Quando, stanco morto al termine delle partite mentre  tutti gli altri festeggiavano sotto la doccia, lui afferrava lo spazzettone delle pulizie e cominciava a pulire, io capivo che stavo guardando un ragazzo non comune, un ragazzo che sono certo in futuro saprà cogliere grandi soddisfazioni e importanti traguardi  che quella serietà e determinazione, son certo, gli faranno ottenere.
E che dire di Marco e Sacco ( anche se ora lo chiamiamo tutti Dr. Saccogna). La loro vita è forse più “normale” di quella dei tre descritti qui sopra ma non per questo meno dura. Ogni mattina partenza presto in treno o in macchina per andare a studiare l’uno a Milano, l’altro a Pavia in università dalla fama internazionale. Giornata lunga ed impegnativa mangiando un panino di sfuggita per tornare a casa giusto in tempo per fare la borsa e venire ad allenarsi.  Talvolta mi arrivava un messaggio da Marco che diceva: ”sono sul treno in ritardo di 15 minuti, appena arrivo a casa prendo la borsa e volo in palestra”. Che dire? Giù il cappello!
Poi ci sono stati gli innesti inaspettati: Il Giovane Nikos Bosis e il giovanissimo Domenico Cefisss.
Nickos è un ragazzo dalla grande passione per il basket che solo per quella merita di essere del Lussana. Per venire all’allenamento ( che non salta mai) parte un ora e 15 minuti prima in pulmann perché non ha la macchina. E’ un ragazzo con un grande talento supportato da un fisico minuto ma agilissimo. Il suo innesto in squadra ci è stato molto utile ed è stato un altro di quei segni ricevuti che non mi hanno fatto sentire solo
Domenico Cefis, detto Indro, è stata un’altra grande bella notizia. E’ l’esempio vivente dell’amore per il basket e della determinazione a non mollare mai. La sua determinazione in allenamento è ancora oggi un esempio di dedizione al lavoro in palestra per i nostri giovani. Persino negli esercizi individuali di fondamentali ci mette la massima attenzione e volontà e nonostante il deficit al braccio sinistro dovuto al recente intervento chirurgico si batte come un leone e soffre in silenzio ogni volta che si pende dei colpi proprio su quel  braccio. Sono convinto che il suo arrivo sia stato uno dei fattori determinanti nel cambiamento di  rotta della nostra squadra. Molto piacevole anche la presenza di suo figlio Andrea  in panchina a fare da mascotte nonostante la maglietta dell’Excelsior ( gioca nelle giovanili dell’Excelsior) e a fare la ruota con noi durante il riscaldamento. Ieri prima della partita mi ha detto : “Guarda che se passiamo come settimi e andando avanti incontreremo l’Excelsior io farò il tifo per …Noi”. Che grande!!!
Vi sono poi una serie di personaggi più comuni ma che comunque mi hanno sostenuto nel non arrendermi durante questa stagione ai quali voglio render grazie.
Andrea Alari:  anche lui ragazzo molto serio,molto  impegnato con la scuola, anche come rappresentante d’Istituto. La sua presenza agli allenamenti è stata molto elevata nonostante il doppio impegno con gli under 18. All’inizio ero incerto sul suo conto: il suo impegno in palestra mi sembrava superficiale e poco dedito al miglioramento ( e in parte sono ancora convinto oggi che potrebbe ottenere di più da se stesso con maggior attenzione in allenamento) ma conoscendolo meglio  ho imparato ad apprezzarlo, e molto.
Ragazzo sempre disponibile e malleabile pronto a giocare in più ruoli. Mai imbronciato ma sempre positivo anche quando “gli toccava” giocar da lungo lui che lungo non è. Non si è mai rifiutato di farlo e mettendosi a disposizione della squadra si è guadagnato giorno dopo giorno il suo posto in squadra diventando ora uno dei pilastri principali di questa formazione come ha dimostrato ieri in campo.
Alessio Montanari, Monta. Non voglio fare tanti giri di parole. Del Monta non vi parlerò del suo fisico possente o delle sue doti tecniche incredibili né tanto meno della sua giornata quotidiana impossibile. Monta è semplicemente l’uomo squadra che tutti vorrebbero avere. Quasi sempre presente agli allenamenti ( salvo quando soffre  di imbarazzo intestinale…) è disponibile a giocare in qualsiasi ruolo pur di rendersi  utile. La sua principale caratteristica che lo rende uomo squadra è che crede fermamente nella squadra. Per lui, a differenza di tutti gli altri quello che conta è vincere . Sembra una frase fatta ma non è così. Quante volte girandomi in panchina anche durante le nostre partite migliori  mi capita di vedere facce deluse e tristi perché convinti di non aver giocato bene o non aver giocato quanto avrebbero voluto. Ebbene, al Monta questa faccia non l’ho mai vista. Lui era sempre carico e talvolta mi dovevo girare e spingerlo a sedersi in panchina per essersi alzato ad esultare per un canestro dei nostri. Grande Monta, grazie per essere dei nostri.
Non posso non ricordare comunque anche tutti gli altri che in misura diversa e con diverse potenzialità sono stati con noi e ci hanno permesso di arrivare fino a qui.
Primo tra questi Nicolò Foresti. Il suo contributo è stato altalenante durante l’anno. Si era anche tirato fuori dal  gruppo per un certo periodo, ma poi la voglia di mettersi in discussione e il desiderio di essere importante all’interno di un gruppo lo hanno fatto tornare. Si, perché Nicolò se vuole può essere importante all’interno del nostro gruppo, anzi determinante come ha dimostrato in queste due gare. Ha grandi doti fisiche. Le doti tecniche stanno crescendo piano piano ma gradatamente. E’ sicuramente uno dei migliori 99 presenti nel campionato di promozione. E’ in piena fase di adolescenza e questo è l suo principale problema che si traduce in mancanza di costanza  negli impegni assunti. Anche lui però ha avuto la sfortuna contro, questo va ricordato, e un fastidioso dolore alla schiena ha ridotto le sue potenzialità e la sua perseveranza. Ultimamente però, sta dimostrando di essere più forte del dolore e maturo al punto giusto per  pianificare gli interventi medici necessari a risolverlo in maniera definitiva al termine del campionato. Questo è sicuramente un gran gesto di maturità e di affetto verso  la squadra che gli fanno sicuramente onore, per cui, anche per lui…giù il cappello.
Per finire i due under 18 ( sarebbero tre ma il povero Tommy è stato tolto dai giochi a causa di un legamento crociato, anche se è sempre rimasto vicino alla squadra facendolo rimanere a pieno titolo uno di noi).
Pietro, detto anche Pietrovic per il suo formidabile tiro da tre, è un giocatore dall’indiscusso talento tecnico che ha contribuito in diverse occasioni ai nostri successi. La sua presenza è stata però in questa  stagione a corrente alternata  e ciò è dovuto in parte agli infortuni subiti ( è stato davvero sfortunato) ma anche in parte dovuto ai suoi problemi scolastici che non  poche volte nel corso della sua carriera lo hanno tenuto lontano dal campo di gioco. E’ stato con noi dall’inizio fino ad oggi e si merita di dividersi con noi questi successi, e chi sa che nei play off non si possa anche prendere delle soddisfazioni personali.
Last but not least l’altro under 18 Alessandro Storto, detto anche Cumenda ( dal milanese commendatore).
Anche per lui, come per Pietro, la presenza è stata a corrente alternata. Lui è un giocatore atipico, sia tecnicamente che mentalmente. Da un punto di vista tecnico non ha un ruolo ben definito. Quest’anno ha giocato sia da play che da guardia e ala. E’ un ottimo difensore e possiede un gran senso del rimbalzo. Se si dovesse fare il quoziente minuti giocati-canestri segnati credo che sarebbe il primo. Quasi ogni volta che è entrato in campo il suo canestrino lo ha sempre fatto. Dal punto di vista mentale è, come detto, atipico perché si vede che ama la pallacanestro … ma non l’adora. Non perde certo minuti preziosi del suo tempo a studiare la classifica e fare il calcolo delle classifiche avulse. Per lui  la pallacanestro non è una priorità ma neanche secondarietà …. Per il fatto che gli è riconosciuta da tutti i suoi compagni  grande classe e stile in tutte le situazioni, sia fuori campo che in campo lo abbiamo definito “Cumenda”. Gode della simpatia e stima di tutti, e il suo contributo durante l’anno è stato comunque prezioso.
Rileggendo queste considerazioni capisco che il segreto del nostro successo è stato il gruppo. Un gruppo che nonostante tutte le difficoltà incontrate non ha mai mollato e smesso di crederci. Un gruppo che ha saputo trarre forza da questa stessa complicata situazione e rimanere comunque sempre concentrato .
 Non ho mai allenato un gruppo come questo e credo che non ne esista un altro uguale.
E allora capisco che questa non è stata l’annata peggiore della mia vita, come detto all’inizio, ma la migliore!  Ho potuto allenare dei ragazzi incredibili dalla grande volontà e determinazione. Ho visto realizzarsi un sogno: Tutti ragazzi nati e cresciuti nel Lussana ai quali direttamente o indirettamente ho messo la palla in mano da bambini. Ragazzi  che hanno fatto le scelte di vita giuste, che hanno saputo dare al basket il giusto posto nella vita e ai quali il basket ha dato tanto in cambio.
 E allora capisco che tutto ciò è veramente meraviglioso e ringrazio il buon Dio di avermi permesso di vivere questa fantastica esperienza  al fianco di questi ragazzi così speciali.
 E attenzione  
… perché  la musica non è ancora finita!


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