Che batosta ieri alla Pesenti!
Prima dell'inizio partita ho detto alle ragazze una sola cosa (
ripetuta durante e dopo) : " l'unica cosa che non deve succedere è che
usciate da questa partita demoralizzate, deluse, e umiliate. Le
avversarie di oggi sono decisamente più forte di noi e sarà impossibile
opporre resistenza. Pertanto l'unica vera sconfitta sarà se usciremo
abbattute e demoralizzate senza più fiducia in noi stesse. " Purtroppo
il mio discorso non è servito. Chi non piangeva si controllava a fatica
nel trattenere le lacrime della rabbia e delusione. A nulla sono serviti
i miei tentativi in settimana fatti per cercare di insegnarvi a non
cadere nei raddoppi e vano è stato il tentativo di abbassare il ritmo
cercando di indurre gli avversari a sbilanciarsi in un raddoppio nella
speranza di coglierlo in fallo. Nulla di tutto ciò è stato possibile, e
non certo per colpa vostra! Le nostre avversarie erano di un altro
pianeta e per di più hanno anche trovato una ottima giornata nel tiro da
fuori con percentuali da tre punti degne di una squadra di serie A.
Come detto tante volte quando trovi avversari di questo genere non c'è
nulla da fare tranne stringergli le mani e complimentarsi con loro.
Tuttavia, sebbene per 35 minuti non ho fatto altro che ammirare quanto
fossero brave tecnicamente e quanto fosse ben fatta la loro run and
jump, e come non mi sarei lesinato in sinceri complimenti a fine partita
perché se lo meritavano , non mi sono sentito, quando è stato il
momento, di fare Chapeau.
E spiego perché.
Vincere, va bene, anche stravincere va bene. Se una squadra è così
sproporzionatamente più forte ci sta. Ma si dovrebbe capire quando si
sta oltrepassando il limite e quella che si sta infliggendo non è solo
più solo una sconfitta ma anche una sonora umiliazione. Ripeto, capisco
bene chi sta puntando al massimo risultato nel campionato italiano e
vuole insegnare alle proprie atlete la mentalità dell'impegno e del
sacrificio a prescindere da chi sia il proprio avversario. Capisco bene
come, altrimenti, sarebbe terribilmente noioso giocare ogni partita per
la quale il risultato non è mai in discussione e come risulterebbe del
tutto inutile e deleterio per loro stesse scendere in campo senza dare
il massimo impegno. Capisco persino chi veda nel mettere il massimo
impegno contro un avversario più debole una sorta di rispetto per lo
stesso che in questo modo viene trattato alla stregua di un campione.
Capisco tutto.
Ma quando dopo 35 minuti io allenatore vedo che le avversarie, dopo
aver tentato in tutti i modi di opporre resistenza adottando tutte le
opzioni possibili non ultime quella di scelte tattiche, inserisce in
quintetto, per da spazio a tutte, due ragazze che hanno iniziato a
giocare a settembre per la prima volta (e qualsiasi allenatore è in
grado di riconoscerle) e, nonostante ciò, continuo a pressare sul
palleggiatore raddoppiando come al primo minuto allora è evidente che
non si vuole più solo vincere, non si vuole più solo insegnare alle
proprie atlete l'intensità agonistica a prescindere dall'avversario,
non si vogliono più fare le cose di cui parlavo poc'anzi. Quello che si
vuol fare a questo punto è umiliare l'avversario.
Non posso non riconoscere una grandissima squadra fatta di
grandissime atlete (vengono tutte dal vostro Minibasket?), non posso non
riconoscere la mano di un abile allenatrice che le dispone
magistralmente in campo sia in attacco che in difesa senza, per altro,
si vede bene, trascurare l'insegnamento dei fondamentali d'attacco dove
tutte sono molto ferrate, ma non posso riconoscere ancora una grande
società e un grande coach. Per essere davvero tali vi manca ancora un
ultimo piccolo step: imparare cosa voglia dire concedere "l'Onore delle
Armi".
Fusto
P.S. Tutti noi del Lussanabasket ci auguriamo vivamente che la
ragazza che ieri sera si è infortunata possa tornare velocemente sui
campi di gioco.
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