domenica 1 febbraio 2015

Under 14 F Lussana Costa Masnaga: pochi a tanti...

Che batosta ieri alla Pesenti!

Prima dell'inizio partita ho detto alle ragazze una sola cosa ( ripetuta durante e dopo) : " l'unica cosa che non deve succedere è che usciate da questa partita demoralizzate, deluse, e umiliate. Le avversarie di oggi sono decisamente più forte di noi e sarà impossibile opporre resistenza. Pertanto l'unica vera sconfitta sarà se usciremo abbattute e demoralizzate senza più fiducia in noi stesse. " Purtroppo il mio discorso non è servito. Chi non piangeva si controllava a fatica nel trattenere le lacrime della rabbia e delusione. A nulla sono serviti i miei tentativi in settimana fatti per cercare di insegnarvi a non cadere nei raddoppi e vano è stato il tentativo di abbassare il ritmo cercando di indurre gli avversari a sbilanciarsi in un raddoppio nella speranza di coglierlo in fallo. Nulla di tutto ciò è stato possibile, e non certo per colpa vostra! Le nostre avversarie erano di un altro pianeta e per di più hanno anche trovato una ottima giornata nel tiro da fuori con percentuali da tre punti degne di una squadra di serie A. Come detto tante volte quando trovi avversari di questo genere non c'è nulla da fare tranne stringergli le mani e complimentarsi con loro. Tuttavia, sebbene per 35 minuti non ho fatto altro che ammirare quanto fossero brave tecnicamente e quanto fosse ben fatta la loro run and jump, e come non mi sarei lesinato in sinceri complimenti a fine partita perché se lo meritavano , non mi sono sentito, quando è stato il momento, di fare Chapeau.
E spiego perché.
Vincere, va bene, anche stravincere va bene. Se una squadra è così sproporzionatamente più forte ci sta. Ma si dovrebbe capire quando si sta oltrepassando il limite e quella che si sta infliggendo non è solo più solo una sconfitta ma anche una sonora umiliazione. Ripeto, capisco bene chi sta puntando al massimo risultato nel campionato italiano e vuole insegnare alle proprie atlete la mentalità dell'impegno e del sacrificio a prescindere da chi sia il proprio avversario. Capisco bene come, altrimenti, sarebbe terribilmente noioso giocare ogni partita per la quale il risultato non è mai in discussione e come risulterebbe del tutto inutile e deleterio per loro stesse scendere in campo senza dare il massimo impegno. Capisco persino chi veda nel mettere il massimo impegno contro un avversario più debole una sorta di rispetto per lo stesso che in questo modo viene trattato alla stregua di un campione. Capisco tutto. 
Ma quando dopo 35 minuti io allenatore vedo che le avversarie, dopo aver tentato in tutti i modi di opporre resistenza adottando tutte le opzioni possibili non ultime quella di scelte tattiche, inserisce in quintetto, per da spazio a tutte, due ragazze che hanno iniziato a giocare a settembre per la prima volta (e qualsiasi allenatore è in grado di riconoscerle) e, nonostante ciò, continuo a pressare sul palleggiatore raddoppiando come al primo minuto allora è evidente che non si vuole più solo vincere, non si vuole più solo insegnare alle proprie atlete l'intensità agonistica a prescindere dall'avversario, non si vogliono più fare le cose di cui parlavo poc'anzi. Quello che si vuol fare a questo punto è umiliare l'avversario.
Non posso non riconoscere una grandissima squadra fatta di grandissime atlete (vengono tutte dal vostro Minibasket?), non posso non riconoscere la mano di un abile allenatrice che le dispone magistralmente in campo sia in attacco che in difesa senza, per altro, si vede bene, trascurare l'insegnamento dei fondamentali d'attacco dove tutte sono molto ferrate, ma non posso riconoscere ancora una grande società e un grande coach. Per essere davvero tali vi manca ancora un ultimo piccolo step: imparare cosa voglia dire concedere "l'Onore delle Armi". 
Fusto 
P.S. Tutti noi del Lussanabasket ci auguriamo vivamente che la ragazza che ieri sera si è infortunata possa tornare velocemente sui campi di gioco.

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