giovedì 17 maggio 2018

La musica è finita. E’ il momento di giudicare il concerto






Prendo in prestito le parole di Marco Colombo in uno dei suoi Whatsapp post partita:” Penso che la partita di ieri sia il riassunto di tutto il nostro anno: Una partenza cosi così, la voglia di non mollare e di lottare, un recupero prodigioso che ci fa riacciuffare la possibilità di giocarla fino all’ultimo in extremis e alla fine, sul più bello, qualche episodio di sfiga e di infortuni che non ci permette di portare a casa la vittoria”

Ieri, preso dalla intensa giornata di lavoro,  non sono riuscito ad immortalare in un testo le grandi emozioni che la partita della sera prima mi ha fatto provare e me ne rammarico perché, sono certo, che siano state tra le emozioni più  belle della mia vita agonistica.

Vado col pensiero ai ricordi in modo disordinato e penso a quando nel bel mezzo della partita mi giro verso la panchina e dico ai ragazzi :” Ma vi rendete conto di che cazzo di partita stia facendo Andrea Minò? Sta lottando come un Leone su ogni singolo rimbalzo nonostante il tabellone stia dicendo meno 20; Non ho mai visto uno con due coglioni così! Lui è davvero il nostro Capitano”.

Penso ad Ema che braccato a vista per tutta la partita mi chiede dal campo di chiamare lo schema per lui che si sente carico e subito dopo segnare una bomba da antologia della pallacanestro. Poco dopo lo vedo, scavigliato essere portato fuori a braccia dai compagni  con la faccia di chi non ci sta ad arrendersi nemmeno contro il destino avverso : a breve lo vedo stringersi bene le scarpe per chiedermi  di rientrare perché non vuole finire la partita così….mettendo ancora una bomba e facendo un canestro in entrata in mezzo alla difesa  schierata.

Penso a Tias , il cui linguaggio del Corpo all’inizio della partita dice: “stanco morto”. 
La partita del giorno prima con XXL lo aveva letteralmente prosciugato, ma nonostante ciò il suo sguardo invece diceva : sono pronto a dare fino all’ultima goccia di sudore, anzi di sangue!
Matias ha fatto una partita meravigliosa, non delle sue migliori dal punto di vista tecnico ma sicuramente la migliore dal punto di vista agonistico. Ha messo tutto quello che aveva senza mai perdere la lucidità, ha messo le bombe della rimonta e ha dato a tutti la carica facendo capire che se qualcuno pensava che ci fossimo  arresi, beh si sbagliava di grosso.

Penso a Marco che, per la prima volta quest’anno, ha guidato la squadra da vero Play gestendo per tutto il secondo tempo la rimonta dal meno 23: che cambiamento dal primo giorno dell’anno: eri poco più che un ragazzino che voleva solo giocare e fare canestro mentre oggi sei un uomo che guida una nave in mezzo alla tempesta.

Penso al pubblico avversario che è venuto a farla da padrone alla Fiumararena con striscioni e tamburi facendoci sentire estranei in casa nostra …ma ricordo anche l’emozione che ho provato quando, durante la rimonta  sento esplodere l’energia dei nostri tifosi che fanno, letteralmente, tremare la palestra sovrastando il tifo avversario all’urlo; Lu-ssa-na…Lu-ssa-na. In quel momento non eravamo più soli a crederci e a lottare in campo perché tutti loro erano con noi.

Penso all’ultimo Timeout chiamato a 30 secondi dalla fine sotto di 6 punti dove chiedo ai ragazzi di non arrendersi, di continuare a crederci di lottare fino alla fine mettendo tutta la loro forza, la loro energia, mettendo tutta la loro anima!... e vedo nei loro sguardi non più dei ragazzi pronti a scendere in campo ma vedo degli uomini pronti a “farsi ammazzare” pur di far canestro.

Penso al  messaggio scritto da mia figlia Emma, letto a fine partita, che rimasta a casa per studiare seguiva la cronaca via whatsapp e sapendo che da meno 23 a fine primo tempo abbiamo agganciato il supplementare scrive : Cazzo Papi, non molli mai!”
e afferra la moto alle 11 di sera per venire a vedere gli ultimi minuti del supplementare.

Ricordo ogni decimo di secondo del tiro da tre punti del pareggio di Pietro,  vedo la palla roteare in aria, vedo la retina gonfiarsi vedo il pubblico andare in delirio e i nostri ragazzi esultare ed abbracciarsi e allora capisco che è quello il momento di trarre le conclusioni di quest’ultima annata di basket e di darne il giudizio finale: La migliore della mia vita.
Da un gruppo variopinto di giocatori, in condizioni impossibili ne ho fatto una vera squadra, ma soprattutto da un gruppo di ragazzi ne ho fatto degli uomini.  
E allora, grazie! Grazie  a tutti voi , dal primo all’ultimo. Queste emozioni non nascono per merito di singoli ma per la forza di tutti che insieme fanno nascere la cosa più bella che esista al mondo, una cosa nella quale ognuno è importante, anzi FONDAMENTALE,  una cosa che dura solo pochi istanti ma che ti resta nel cuore per una vita intera: Una Squadra. 
Vi voglio bene.   Fusto.


Si narra che  fu chiesto al più grande campione di Football americano il giorno del 20 anno dal suo ritiro cosa gli mancasse di più di quei meravigliosi anni. Gli chiesero se provasse nostalgia di quei momenti in cui tutti i giornali parlavano di lui, o della folla che lo acclamava o della gloria che lo accompagnava ad ogni  passo. La sua risposta fu:” Quello che più mi manca è lo sguardo che vedevo negli occhi dei  miei compagni: Sapevo che si sarebbero fatti ammazzare pur di farmi fare meta.”

Beh, Signori, quello che posso dirvi è che ieri sera in palestra “quello sguardo” era presente in ognuno di noi.

E sa tra 20 o 30 anni, magari un giovane oggi non ancora nato, vi chiederà di aiutarlo  a combattere per una giusta causa, non per” vil denaro”, ma solo per amore di giustizia e se ancora una volta saprete buttare il cuore oltre l’ostacolo e seguirlo nell’impresa, allora saprete che “quello sguardo”  è sempre rimasto con voi…che quello sguardo siete voi!

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