domenica 15 febbraio 2015


Forse non tutti avrete notato che nella nostra Homepage sulla destra appare questo logo con la dicitura "Pillole di saggezza cestisitica".
Si tratta del sito ufficiale di Sergio Tavcar, probabilmente, il telecronista più preparato nella storia della pallacanestro di tutti i tempi.
Personalmente devo buona parte della mia passione per il basket a lui. Grazie a lui infatti ho conosciuto "l'altra pallacanestro" ossia la pallacanestro " non USA", che per me, ancora oggi, è la vera pallacanestro. Le sue idee sono sempre state "avanti nei tempi" e ha saputo prevedere tanti sviluppi del basket moderno che poi con il tempo si sono regolarmente verificati.
Certo è che Sergio Tavcar non è un telecronista omologato come tanti altri. Non lo sentirete mai esaltarsi con urla e versi come oggi fan tutti, ma le sue osservazioni  la sua sagacia e le sue critiche senza troppi peli sulla lingua sanno offrire molto di più a chi guarda una partita offrendo così un qualcosa di davvero unico. Una delle sue più grandi virtù è che non è un "alternativo" come molti tendono ad essere giusto per essere diversi a prescindere dalla propria reale convinzione. Sergio è assolutamente onesto con se stesso, prima che con gli altri, e non parla mai per il gusto di contraddire ma la sua origine cestististica Jugoslava unita alla sua personale sagacia e acutezza mentale gli fanno spesso vedere il basket e lo sport in generale ( è un grandissimo conoscitore di tutti gli sport) da un punto di vista diverso, il che, già di per sè lo rende interessante.
Ho messo questo link al suo sito perché tutti voi che guardate il nostro lo conosciate e possiate apprezzare lui e la sua pallacanestro . Recentemente ha una rubrica anche su Superbasket.
 Vi lascio con un piccolo pezzo tratto dal suo ultimo post che riguarda la tecnica di tiro : per me è quasi poesia.
Concludo dicendo a tutti i nostri giovani atleti  che se oggi giocate a basket nel Lussana è grazie alla mia enorme passione per questo sport che mi ha spinto nel 1998 a fondare, appunto,  il Lusana Basket. E se la mia passione è così grande  lo devo a due persone: Mio fratello Marco e...Sergio Tavcar.
Vai Lussanaaaaaa!

TIRO DRITTO


Qualche risposta ai temi proposti. Intanto sulla meccanica di tiro e sul fatto che nella vecchia Jugoslavia c’erano giocatori dalla meccanica di tiro a volte addirittura ridicola (i più vecchi si ricorderanno il mancino Blaž Kotarac del Beograd) che ben mi guardavo dal rampognare. Sì, ma c’era una piccola differenza rispetto a Pascolo. Segnavano. E quando uno segna ha sempre ragione. Tutti noi sappiamo anche per esperienza, o per esserlo o per averci giocato contro, che  i mancini hanno una loro particolare coordinazione per cui, anche se vedi una loro foto mentre tirano stampata al contrario, il classico effetto specchio, vedi subito che qualcosa non va, che insomma non può trattarsi di un destro. Gli scienziati ci hanno spiegato che questo effetto deriva dal fatto che hanno una specie di corto circuito, per cui gli impulsi che arrivano dal lobo emotivo del loro cervello si scaricano direttamente sulla loro mano forte, quella sinistra, mentre nei destri l’impulso passa prima per il lobo razionale, che lo elabora, prima di scaricarsi sulla mano forte. Sarà come sarà, il fatto è che nella stragrande maggioranza sono i mancini a avere i tiri più strani. Però quando segnano, segnano. E il successo non si discute. Nel caso di Pascolo, destro, fra l’altro, dunque senza scuse, il tiro esce a mo’ di balestra senza tacca d’appoggio per la freccia, per cui va per conto suo su traiettorie casuali, mancando totalmente il classico allineamento spalla-gomito-polso-dita centrali, cioè indice e medio, che sono le due dita con le quali effettuiamo materialmente il tiro, fungendo le altre tre sostanzialmente da rampa d’appoggio, allineamento che in teoria prevede una perfetta perpendicolarità rispetto al terreno. 
Parlavate del mio pezzo su Dražen su Superbasket e l’esempio viene spontaneo ricordando che lui da ragazzo era proprio senza tiro, e se l’è costruito poi con un lavoro massacrante in palestra arrivando alla perfezione tecnica, l’unica che permette a uno senza talento di sperare di centrare il canestro se non altro per avere ripetuto lo stesso gesto un’infinità di volte portandolo a una ripetitività assoluta dell’esecuzione. E infatti, come ho più volte detto, Dražen segnava solo se il canestro era piazzato in modo perfetto. Se avreste voluto fargli uno scherzo e gli avreste messo il canestro a 3 metri e 06 invece che 044 (10 piedi, nel suo caso bisogna essere precisi al millimetro) state pur sicuri che tutti i suoi tiri sarebbero finiti sul primo ferro e non avrebbe segnato mai. In Italia abbiamo l’esempio di Dino Meneghin che da ragazzo aveva una specie di vanga al posto delle mani, ma che con il tempo, grazie al duro lavoro, si è costruito una perfetta meccanica di tiro, artificiale quanto volete, ma che, più passavano gli anni, più dava i suoi frutti, tanto che da vecchio era diventato addirittura un tiratore dalla media. Dunque si può, basta volerlo e avere accanto un vero maestro che ti insegni a tirare rompendoti le scatole (cioè spaccandoti il… ci siamo capiti) fino all’esaurimento psicofisico, finché cioè non riesci a ripetere il gesto corretto almeno per quattro-cinque volte di fila. Pascolo evidentemente non ha mai fatto un lavoro del genere in vita sua. Come non ha mai imparato a palleggiare (un suo contropiede con palla persa per strada contro Reggio Emilia è da antologia). E quando vedo un talento vero, uno che palesemente capisce di basket, che per la sua statura, reattività e velocità, anche di riflessi, potrebbe essere veramente un campione, balbettare nel recitare l’alfabeto o le tabelline, mi viene una rabbia colossale. Non riesco infatti a sopportare il talento sprecato. Già ce n’è di tanto poco in giro…
Continuate a leggere l'articolo sul suo sito. Ne vale la pena.
Fusto

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